Ilaria Guccione, Scialla (Roma, novembre 2014) |
Cambieremo nome ad ogni viaggio.
Riserveremo un posto scomodo per i ricordi delicati e per i sogni laceri, quelli che a furia di navigarci dentro ci sei annegato e ti galleggia ormai soltanto un agro pentimento.
Terremo caro il fondo del cassetto, dell’ultimo caffè bevuto e non ristretto, di ogni tasca consumata dal non detto.
Faremo saldo il traballio di questo giorno breve che si ripete sempre troppo lungo nel ciancicarci noia e finta quiete e gare a chi è più fesso in nome di un progresso che ci ricaccia tutti in fondo al cesso.
Inciamperemo a sera in cumuli d'amore e di malinconia e in danza macabra e sgraziata ricuciremo ogni ferita d'allegria.
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