Ilaria Guccione, I 17 (Palermo, marzo 2015) |
Bello sarebbe il mondo se non ci costringesse.
A rimanere appesi ad un’attesa da giudizio, vittime del malocchio supponente di chi per lecito consenso si sente domineddio giudicante sul nostro essere libero e pensante.
Bello sarebbe il mondo se non ci condannasse.
Al trucco della scheda, l’obbligo d’inventario, al casellario straboccante.
Se non ci sottraesse il passo e il verbo, lo sdegno e l'anarchia.
Bello sarebbe il mondo se non ci relegasse.
Con un gran calcio in culo da scarpa d'ordinanza nel girone degli offesi, pensando di tranciarci ogni speranza.
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