Ilaria Guccione, L'orgoglio di essere cane (Palermo, giugno 2015) |
Li chiamavano il santo e Marx.
Uno era cattolicissimo, l'altro comunistissimo e tale e quale a Marx nell'aspetto. Insegnavano storia e filosofia nel liceo che ho frequentato, sottoponendo gli allievi a rigide orientate verifiche. Sintesi contro analisi, analisi contro sintesi. Kategorischer Imperativ: Panico, Memoria, Sudore, Affanno, Voto, Carreggiata.
Uno era cattolicissimo, l'altro comunistissimo e tale e quale a Marx nell'aspetto. Insegnavano storia e filosofia nel liceo che ho frequentato, sottoponendo gli allievi a rigide orientate verifiche. Sintesi contro analisi, analisi contro sintesi. Kategorischer Imperativ: Panico, Memoria, Sudore, Affanno, Voto, Carreggiata.
Il mio non lo si chiamava in nessun modo. Essendo vicepreside, aveva solo un corso e sulla carta fu il nostro insegnante di storia per i primi due anni. Sulla carta, ché in cattedra non parlò mai di storia ma di storie. Ieri è successo che. E dal presente si arrivava al passato, con un monito costante: dovete imparare ad usare la vostra, di testa. Non la mia.
Nessuna Storia, nessun programma, nessuna interrogazione.
Nessuna Storia, nessun programma, nessuna interrogazione.
Nell'anno di mezzo ci arrivò come supplente di filosofia un altro docente del liceo che il nostro lo odiava a morte. Esordì dicendo che ci voleva tanto bene ma era difficile credere a uno con quella faccia che sembrava uscita da un horror di cattiva qualità. Di lui mi ricordo la fissazione per Hobbes, che lo pronunciava per come si scrive, e il clima di terrore del secondo quadrimestre col suo ululare homo homini lupus e che lui ci avrebbe bocciati tutti perché eravamo allievi di quel professore là e quindi tutti ignoranti e le deportazioni dei poveri interrogandi -me compresa- nelle classi sue.
Nessuno fu bocciato: Canis qui plurimum latrat, perraro morde.
L'anno seguente, il terzo ovvero il quinto del classico, il nostro professore ci fece da insegnante e di storia e di filosofia.
Di storia e di filosofia da manuale non studiammo e non imparammo un cazzo.
Fu un anno dall'epilogo drammatico, agli esami di maturità ebbero il cattivo gusto di tirar fuori dal cilindro filosofia e matematica. Fu una corsa alle lezioni private per chi manco morto avrebbe presentato altro.
Cazzi loro, io preparai italiano e latino. Era l'estate del 1991.
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