Ilaria Guccione, Macinare pensieri (Monreale, 2013) |
Ciò che per te si chiama faticosa salita, per me sa sempre di allegra discesa. Punti di vista e di passo, tracce di tempo e fatica, gestione inversa del tempo sospeso.
Potremmo frequentarci incerti ad un incrocio da giocarsi su altezze ineguali, ripescandoci lettere dalle labbra per completar parole senza senso e poi via, io che scendo e tu che sali e così sia.
Potremmo colmarci quel po' di spazio che è prossimo all'incontro lesti a riempir caselle ed annerirci di passato gli occhi.
Potremmo osare qualche acrobazia e ritrovarci stranamente in piedi o ricadere vittime di un capogiro dei ricordi.
Un giorno, forse. Ci risveglieremo entrambi memori del passo sgraziato del gambero e ci misureremo inermi sulla sabbia.
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