Ilaria Guccione, Confidenze (Palermo, aprile 2014) |
Ci sono giorni che l'unica cosa che puoi fare è restare seduta ed in sala d'attesa del desiderio consumarti a guardare quanta gente che arriva, quanta gente che va e nessuno che ti veda nella sua fretta e nessuno che si fermi per te. E aspettare, occhi tuoi a farsi grandi di speranza e sorriso dell’altro che sempre lo manchi. Che qualcosa succeda anche a te, che non faccia più male.
Come in un film francese in bianco e nero che ormai lo conosci a memoria.
Ci sono notti che occorrerebbe un salto da un qualunque ponte della fantasia per annegare l’ingombro del pensare, il non so che cosa mi potrà mai arrivare, il dubbio che s’accende intermittente, la dolcezza che soffia e soffia e lei intanto ti spegne. L’andare avanti, il ritrovarsi indietro. Il domandarsi troppo e il non risponderti niente.
Come in questa vita che mi scorre in bianco e nero, che il finale mi manca e più lo cerco e più mi sfianca.
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