Ilaria Guccione, Passaggio in ombrello (Palermo, dicembre 2014) |
Quel giorno che gli crepò la voce in gola, per la gran pena s’inghiottì la storia.
Accatastò parole ormai usurate su fogli ancora vuoti per sgomberar ricordi e guadagnarsi un posto alla memoria.
Ma il tempo malandrino lo confuse all’imbrunire, si rifilò menzogne in luogo di speranze e storta gioia sovrappose al farsi noia, ché pur di non morire era disposto anche a mentire.
E singhiozzò parole su parole ed elevò castelli malandati a rimembrare i giorni ormai fallati.
Storia rimase ad aspettare che qualcun altro la sapesse raccontare.
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