Ilaria Guccione, Si sta come d'estate i panni ad asciugare (Palermo, luglio 2013) |
Ho steso le parole sul filo del bucato per regalarmi tregua e dare loro fiato. Ne ho misurato ogni distanza senza aver cieli a vista dentro alcuna stanza.
E poi quella grandine inattesa del ricordo a scompigliare il va pensiero del buon giorno che dicono in tanti, quello del cercati strada dritta che arrivi prima e ti conservi intera, quello che tanto non gli do retta perché non mi vivo né scrivo mai di fretta.
Ho ritirato le parole in un abbraccio saldo in nostalgia e poi le ho lasciate libere di andar lontano dalla logica degli altri, libere di girarmi intorno e regalarmi ancora un loro girotondo.
E forse ora sì che posso andare e adesso sì che so di nuovo raccontare e potrei scrivere di quando e potrei dirti non sai quanto.
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