Ilaria Guccione, E' finita in una bolla di sapone (Palermo, dicembre 2013) |
Come un telefono che lo si lascia risuonare nell’infinito vuoto. Come per dire al niente che sei tu che non hai più buona memoria del tempo che fummo ed io qui che aspettavo una risposta e tu lì che sei partito nella tua fretta ben organizzata ed hai lasciato la mia domanda in un cantuccio abbandonata. Attenda, prego. Che magari, se nel frattempo s'abbona a un'altra vita, sarà prontamente richiamata.
E allora mi piacerebbe rispondere che io sono ancora quel che ero quando mi muovevo a stento, quand'ero un gioco a quattro zampe su quel rassicurante pavimento ma poi in fondo tu che ne puoi sapere di quel mio annaspare o di quel farmi gara su due gambe che ora è il mio andare e poi cos’è che io riesco a ricordare se non quello che mi va meno male, quel poco che ho salvato, quel tanto che ho ripulito per come si poteva e per come mi son costretta ad imparare a fare.
E allora mi piacerebbe rispondere che io sono ancora quel che ero quando mi muovevo a stento, quand'ero un gioco a quattro zampe su quel rassicurante pavimento ma poi in fondo tu che ne puoi sapere di quel mio annaspare o di quel farmi gara su due gambe che ora è il mio andare e poi cos’è che io riesco a ricordare se non quello che mi va meno male, quel poco che ho salvato, quel tanto che ho ripulito per come si poteva e per come mi son costretta ad imparare a fare.
E poi è cambiato il pavimento e poi ne è trascorso davvero parecchio di tempo. E' finito anche il respiro trattenuto dal singhiozzo dei gettoni ma si fa sempre presto a scommettere su nuovi ritardi e soliti abbandoni.
Risponderò solo che c’è sempre un buco nero in cui si rischia di cadere, una bolla bella di sapone che ci si sforza a trattenere, un gorgo di dolore che non sai come fare per lasciar di te solo brandelli al fondo e riaffiorare quasi intera. E si finisce sempre che qualcosa scoppia, esplode o affoga, che non hai mai il tempo di capirci niente ma si ritorna sempre a respirare, anche se all'inizio a respirar di nuovo ti ci ritrovi a stento.
Attenda, prego. Si provi intanto a cambiar vita, ché da qualcuno prima o poi la faremo richiamare.
Attenda, prego. Si provi intanto a cambiar vita, ché da qualcuno prima o poi la faremo richiamare.
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