Ilaria Guccione, Balcone con signora alla Kalsa. 1. (Palermo, novembre 2012) |
Passa il tempo e la gente ci passa attraverso, pensando di rimanere immobile e protetta dai consueti rassicuranti rituali. La tazzina di caffè al mattino e va bene così con lo zucchero, la biancheria stesa nei giorni buoni e speriamo che non piova proprio oggi. E quel migliaio di soliti pensieri circolari a tentar di far quadrare. E se la geometria non funge, per ora lascia stare.
Passa il tempo che neanche te ne accorgi se non fosse per dettagli microscopici. Ché devi averci occhio buono per vedere quella goccia di caffè caduta sotto il tavolo e quel piccolo foro nel lenzuolo troppo usato. E memoria inossidabile per distinguere il prima dal dopo.
Passa il tempo che non passa né rapido né lento. Passa con il suo tempo e ti allenta e ti tira il filo, te lo dice quella smagliatura da trucco che ti violenta l'occhio e allora ti disperi, te lo dice quella cicatrice che ti è sbiadita sull'addome e tu ormai neanche ci fai caso.
Filo filo del mio cuore che dagli occhi porti al mare, c'è una lacrima nascosta che nessuno mi sa disegnare.
Ilaria Guccione, Balcone con signora alla Kalsa. 2. (Palermo, gennaio 2013) |
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