Spider-Boy

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giovedì 26 giugno 2014

Palermo, o cara


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Ilaria Guccione, Bellezza in bicicletta (Palermo, giugno 2014)

A volte ci si ritrova nel tempo accelerato della strada, anni su anni che son passati e te li devi raccontare in una manciata di minuti e ci si prova ad accorciar distanza per poi capire che il tempo è andato e non lo puoi scontare.
E’ un dirsi sorridente e concitato che in fondo non è male quel che male è stato, che è meglio non pensare a tutto quel passato.
Ed io che saluto e continuo ad andare e troppe parole da spendere e nessuna che tu possa comprare e pensieri che lacerano la testa per la furia, singhiozzo inopportuno ad ogni inciampo di memoria, eco dell’eco che non ricordo più di cosa ma ci ricasco sempre e mi rifletto muta.
Palermo, o cara, che ti percorro e non mi trovo. Che c’è sempre qualcosa che muore, qualcuno che non fa in tempo a salvare, un’idea che non sa più come volare. La paura che il troppo amore si perda, che ci rimanga niente da dire e poco da fare e quel che avanza è solo merda.
Palermo, o cara, che ansimi e traballi, che ti dicono aperta e ti chiudono i cancelli, Palermo mezza bellezza e tripla monnezza, Palermo vinta d'assedio, Palermo che muori di tedio mentre qualcuno aspetta e spera.
Palermo, o cara, noi lasceremo. E’ un’aria che sono giorni che me la canto a voce stanca e disarmata e so che quel poco che mi vale.

mercoledì 25 giugno 2014

Ci racconteremo

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Ilaria Guccione, Scrutare (Palermo, giugno 2014)

E poi ci racconteremo.
Che per raccontarci il tempo non ce l’avevamo, che il tempo ce l’ha fregato sempre l’altra gente, quella più frivola e incostante che gira intorno a tutto e noi non ci saluta e non ci dice niente.
Ci racconteremo. 
Che inghiottono parole a ogni tramonto le vite separate da un istante che pensi che ritorni ma lui ti sa fregare e non è mai costante.
Che abbiamo mancato sempre il gran momento rimescolandolo con quel saperci dare di tormento, che a dirti cosa fosse dopo tanto tempo qualunque cosa ti rispondo so che adesso mento.
Ci racconteremo che ripartiremo, che dovunque andremo non ritorneremo, che il futuro è un tempo storto, che tu l’aspetti immobile e intanto lui è già morto.
E poi  verrà una sera che ci rideremo.
Su quel colmarci e toglierci che sa contare gli anni e noi che perdevamo il passo a viverci gli affanni.


lunedì 16 giugno 2014

A tutti quelli che

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Ilaria Guccione, Giocare a far l'artista con la spazzatura degli altri (Palermo, giugno 2014)
 
Agli ipocriti, agli insoddisfatti, ai nullapensanti e ai troppotenenti, a quelli che mi accontento della prima cosa che mi passa a portata di convenienza. 
A quelli che a sopravvivere ci riescon da dio, è vivere che gli crea troppi problemi e fino a cosa sei non san contare.
A quelli che lanciano in alto belle parole che battono false il marciapiede, a quelli che a spendersi in verità perdono punti per gli sconti di fine stagione, a quelli che sanno amare solo il luogo comune perché a ritrovarsi soli per strada si perdono.
A quelli che hanno il sorriso sbiancato dei giorni di festa e se lo portano in giro nei giorni feriali come un ingombro necessario per concludere i propri affari e farsi quelli degli altri.
A quelli che fanno dell’immondizia degli altri un’arte, a quelli che fanno dell’arte immondizia, a quelli che alle prossime elezioni vedrai e comunque è sempre colpa di chi non vota.
A quelli che hanno sempre vinto tutte le volte che hanno perso.
A tutti quelli che ad incontrarli non vale mai la pena mia.

sabato 7 giugno 2014

Cose che caso mai

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Ilaria Guccione, Porta pazienza (Palermo, aprile 2014)

Cose che cose che mai cose che se ci pensi lo sai che non le sai.
Cose che non le hai, ché quando affaccia desiderio non le trovi mai.
Cose che non le so contare, che si fa sempre tardi il tempo di aspettare.
Cose che vorrei dire e già mi accorgo che è ora di finire.
Cose che cerco di spiegare ma posso solo raccontare.
Cose che cambiano, cose che restano, cose che non l’avresti mai detto, cose che non l’avresti più fatto.
Cose che forse non era il caso, cose che dice che ci nasce cosa ma vai a capire in quale casa.
Cose che le si dice d'altro mondo e non ci posso più arrivare ma ci rigiro ancora intorno, ché non mi so fermare.