Spider-Boy

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venerdì 9 gennaio 2015

Ninna nanna stonata

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Ilaria Guccione, Er gatto d'Argentina (Roma, novembre 2014)

T’ho cantato una ninna nanna stonata e lieve per intonare pensieri azzoppati dal dolore ed allentare il fiato mio affrettato dal tempo della cura.
Avrei dovuto cullarti ancora quella sera che era appena ieri ma la speranza è malandrina, ti dice aspetta ancora, abbi una fede che non hai, lascialo al riposo del sonno ché lo ritroverai.
E' la vita. Dice il padre alla figlia che singhiozza e intanto le si è avvicinato e le poggia la mano sulla spalla, che pare poca cosa ma è cosa grande assai.
Sì. Soffia lieve la figlia e sprofonda il respiro a contrastare malamente quel dolore opprimente che accoltella chi resta.
Ci penso io. Dice lui.
No, ci penso io. Dice lei. E' il nostro ultimo abbraccio, pensa lei.
E' la morte. Così lieve e pesante in un unico sguardo.
E' il nostro lungo viaggio insieme che continua, nella memoria e nella pena.
Che strano sogno guardarsi intorno e non vederti più.

giovedì 1 gennaio 2015

Storia rimase ad aspettare


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Ilaria Guccione, Passaggio in ombrello (Palermo, dicembre 2014)

Quel giorno che gli crepò la voce in gola, per la gran pena s’inghiottì la storia.
Accatastò parole ormai usurate su fogli ancora vuoti per sgomberar ricordi e guadagnarsi un posto alla memoria.
Ma il tempo malandrino lo confuse all’imbrunire, si rifilò menzogne in luogo di speranze e storta gioia sovrappose al farsi noia, ché pur di non morire era disposto anche a mentire.
E singhiozzò parole su parole ed elevò castelli malandati a rimembrare i giorni ormai fallati.
Storia rimase ad aspettare che qualcun altro la sapesse raccontare.