Le parole buone per il commiato, quando le cerchi ti sorprendi in perdita di fiato.
Passiamo attenti tra spazi infiniti fatti di niente chè a niente serve computare conforti sghembi sul dolore.
Se si può dire niente quest'ingombro di pena e d'inverno che ci appanna il cuore.
Come un Orfeo che non sa più intonare colore e presente.
Voltarsi all'improvviso e sul viso inciampare in uno strazio trasparente.
Passiamo attenti tra spazi infiniti fatti di niente chè a niente serve computare conforti sghembi sul dolore.
Se si può dire niente quest'ingombro di pena e d'inverno che ci appanna il cuore.
Come un Orfeo che non sa più intonare colore e presente.
Voltarsi all'improvviso e sul viso inciampare in uno strazio trasparente.
E ritrovarti sempre lì che non puoi fare un passo, dirsi ogni volta che è meglio andar via, magari un altro giorno sarò forte e poi ripasso.
E intanto è già la giravolta del ricordo, quell'accostarsi che non è mai abbastanza per districarsi dal groviglio muto dell'assenza.
Ombra della mia ombra, lasciami andare, me lo ripeto sottovoce e non mi so ascoltare.