Spider-Boy

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lunedì 16 settembre 2013

Il resto l'ho pensato e non l'ho scritto

Ilaria Guccione, E se pensano di poterci dividere, si sbagliano (Palermo, luglio 2013)


Caro tu, ti scrivo una lettera. Di quelle che in giro ormai non ne trovi più, tripudio di fogli sparsi e sgualciti tra gambe e memoria che scava e ripensamenti di inchiostro tra le dita.
Caro tu, di carta ne ho tanta e di parole fin troppe e quindi regalati una posizione comoda ed un bicchiere che sia almeno mezzo pieno.
Caro tu, che hai mille nomi e la solita faccia. Tu che sei così rapido in fuga e altrettanto indolente in ritorni, non mi interessa affatto ricevere risposta ma cerca almeno di rientrare per l'ora di cena di un giorno qualsiasi di un anno che possa non spiacerti troppo.
Caro tu, che la speranza me l'hai fatta lenta levando al vento le tue parole prese in prestito, sappi che erano così leggere che a metterle tutte insieme non si è raggiunto mai il peso di una promessa.
L'incostanza altrui finisce che la si sconta sempre rimanendo sull'altra riva in cattività. In un esilio che sa di rogo e cenere, che ci si prova per tre volte a dire e per tre volte non si trovano parole libere di uscire.
Caro tu, che sei più inconsistente dell'aria a primavera, con il tuo mendace au revoir hai fatto sopraggiungere l'inverno e il tempo dell'attesa di un ritorno si è fatto inganno a seminar pensieri su quella spiaggia là.
Caro tu, che ti diverti tanto a giocare alla guerra perché così ti illudi sempre di aver conquistato qualcosa, non serve regalarti un filo lungo e resistente né farsi stella perché tu possa ritornare in via del venirsi incontro.
Caro tu, ho barato ritagliando parole da lettere lontane. *
Il resto l'ho pensato e non l'ho scritto. 


* Le Heroides (Lettere di eroine) di Ovidio.



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