Spider-Boy

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mercoledì 11 settembre 2013

Il senno del gatto


GattoBandiera1
Ilaria Guccione, A guardia del mercato (Palermo, 2013)

Ad averci il senno del gatto, ci si risparmierebbe di girare intorno alle parole, giocando a traballarsi il senso tirando su improbabili cattedrali di frasi inutili. Che poi hai paura a rispondere, ti fai confusione nello scegliere le sillabe. E magari alla fine taci.
Ad averci il senso del gatto, ci si carezzerebbe lenti il proprio tempo, senza far singhiozzare le giuste attese che ci si soffoca nella fretta. Che poi hai paura a fermarti, ti fai violenza per adeguarti a quel non tempo degli altri che ti si impone vorticoso ad ogni respiro, incontro, passo, acquisto e saldo.
Ad averci il sonno del gatto, ci si cullerebbe con la dovuta cura pensieri e domande e dubbi, si sognerebbe quieti ad ogni ora. Che poi hai paura a spolverarti via dal viso quell’espressione seria e non sai più quand’è che quella allegria ti si disegna sulle labbra solo per convenienza e per paura di domande.
Ci si sceglierebbe con cura i mattini e le notti, ed opportuni colpi d’artiglio pronti ad ogni impiglio di altrui comando e cattiveria. 




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