Spider-Boy

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mercoledì 15 maggio 2013

Di quale ora è giusta l'ora?

Ilaria Guccione, Che barba (Palermo, 2013)

L'orologio ci guarda da ogni pubblicità possibile, segnando sempre la stessa ora. Sono le 10.10 e da quel tempo imposto in allegria da acquisto non si scappa e ciò vi basti per sorridere, per fingere di alleggerire quel peso che immancabilmente vi inchioda verso il fondo, su ogni suolo che calpestate: il tempo di cadere e neanche ve ne siete accorti. Vivendo di espedienti in scadenza breve, fermandosi a quel che arriva all'occhio, ad ogni rosso da semaforo che accelera il battito e nessuno che ve l'abbia spiegato per tempo eppure eccovi tutti lì a tirar di freno fino al prossimo segnale da rispettare.
Qui intorno son tutti pronti a dire che è l'ora giusta ed io non so neanche per farci cosa. Tutti ad insistere che, se non sto attenta, son cazzi miei perché poi lei passa e non ritorna più.
Dicono che sia l'ora buona, per la rivoluzione, per la festa, per scambiarsi baci da una finestra. Eppure passo e ripasso e non trovo nessun sorriso appeso alle persiane e incontro il solito muoversi restando fermi e nessun tempo buono per dirsi allegri.
Sarà che io il tempo non me lo peso né misuro in lancette da orologio al polso o al muro. Sarà che la gente arriva come va e non ti dà mai preavviso né indulge in pietà. E allora aspetta, se sai aspettare ma anche se lo fai continua ad andare, che è tutto tempo squadernato e via. Dammi tempo buono se di tempo da dare ancora ne hai, che quello giuro che lo so anche quando piango e se arriva giuro pure che me lo prendo tutto e ti scatto perfino una fotografia.



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