Spider-Boy

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lunedì 6 maggio 2013

Il vuoto è pieno

Ilaria Guccione, Riempire il vuoto (Palermo, 2013)

Il bar è a pochi passi dal mare, inscatolato in uno di quei parallelepipedi soffocanti da marciapiede che ti ci infili per dissetarti e intanto ti fai una sudata. La donna entra, in una confusione di capelli e di ricordi. Che a metterli in fila c'è sempre poco spazio. Che a cercare di contarli qualcuno ti si nasconde sempre dietro un mobile o sotto la sabbia. Che a cercare di farci ordine ti rendi conto che l'ordine è solo quello che ti impongono gli altri e allora te ne fotti. Aspetta in silenzio che venga il suo turno e cerca qualcosa da fissare per non cadere nella trappola del facciamo due chiacchiere, che oggi ha fin troppe parole da soffocare e nessuna da regalare agli estranei.
Sul bancone bottiglie di birra e tazzine da caffé. Tra ogni vuoto ed ogni pieno ci sono io e il respiro che trattengo e i miei occhi che agganciano la macchina del caffè, come se fosse l'appiglio migliore in caso di caduta. Perché ci sono giorni che si cade facile, mentre ti controlli i passi con cura cercando di salvare tutto quello che incontri. O almeno di non farti troppo male, con tutti quei cocci che sarai solo tu a pagare, con quella memoria che hai e quel tuo cuore che si è fatto pesante e più te lo calpestano e più l'eco dei colpi te la porti dietro e quanto rumore che fa.
Arriva il momento di pagare e la consueta cordiale bugia dell'arrivederci. Che ce la regaliamo sempre. Anche quando sappiamo già che, chiusa la porta e voltato l'angolo, non ci si incontrerà mai più.


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