Spider-Boy

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sabato 18 maggio 2013

Trasi, talìa e nesci

Ilaria Guccione, Il piccolo venditore di pannocchie (Palermo, 2013)

Il bambino accompagna il padre col lapino, che coi conigli non c'entra niente, a vendere pollanche, che non sono galline né gallinelle. Insomma, nel cuore del cuore della città, proprio là dove incombono i quattro canti, ci trovo parcheggiata una moto ape carica di pannocchie bollite e se non conosci Palermo probabilmente ti sfugge il senso di quell'incrocio di monumenti, turisti, di traffico di cavalli e auto e anche il senso del mio sorridere per questo incontro.
Il bambino sembra stanco, magari ha fame, magari vuole tornare a casa ma non apre bocca, gira intorno al lapino e osserva i grandi e anche lui sorride. Il bambino, la storia di tutta quella storia che gli gravita intorno di sicuro non la sa. Nessuno gliel'ha fatta imparare a memoria in funzione di questi giorni che Palermo ti apre le porte e ogni scuola fa da madre adottiva a un monumento. Il bambino a scuola non c'è andato, lui la sua storia se la improvvisa per strada.
Eppure dice che questi sono giorni di festa, che non fai altro che incontrare scolari che si arrampicano tutti sulle stesse parole di un identico copione che stringono tra le mani e che i grandi gli hanno scritto ricopiando vecchi copioni di altri grandi che il più delle volte hanno copiato altri. Si fa storia tra stanze di casa e stanze di scuola e nessuno che guidi gli altri con la semplicità del guardare.
Sono diciannove anni che ci aprono queste benedette porte e sono tutti contenti. E nessuno che riconosca che ci concedono solo spiragli a trasi, talìa e nesci e un senso della memoria distorto per  difetto di  luce e  di tempo.*
Qui sarà davvero festa quando troveremo intorno solo porte scardinate in ogni edificio e ogni santo giorno e non i consueti apparati effimeri che precedono l'anniversario della strage di Capaci.


* Entra, guarda ed esci.

Ilaria Guccione, Vera sete (Palermo, 2013)


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