Spider-Boy

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domenica 20 ottobre 2013

Chi resta, aspetta?

 
DuoStazione
Ilaria Guccione, Attenti, quei due (Palermo, novembre 2012)

 
- Dimmi che distanza c'è tra il partire e il tornare.
- E' la direzione che scegli che fa la differenza.
- E chi resta?
- Chi resta, aspetta.
- E chi lo sa il tempo giusto dell’attesa?
- Chi conserva l’incanto dei passi che non sanno l’orologio ma si consumano il desiderio e le suole.

Erano giorni di treni e vagoni, intervalli stonati di pagine ingiallite e canzoni. Di spinte e ritardi. Di attese che non hai tempo per pensare, che manca poco e già ti parte quella gioia di andare e non importa per dove anche se la meta sul biglietto, quella almeno la sai.
Erano giorni di lividi sul cuore, di attese stropicciate tra lenzuola di veglia, di disaccordi sul dolore, di: e basta col pensare, curati solo il tuo andare.
Stazione ignota e vai. Regali e regoli i tuoi passi su una banchina che sa di casa e poi.
E poi il ritorno, che a ripensarci strimpellava noia perché il tuo arrivo non era che un rientrare. E intanto riconosci una faccia da due soldi sul vagone, che a volerci fare un film non c'è nessuno pronto a girare e ti tieni quello che hai davanti per meraviglia e memoria. Ma che dispiacere, ma come va? Se vuoi ti racconto una storia che non ti piacerà. Oppure ti racconto la tua faccia e quell’arroganza dipinta di nero sugli occhi e quell’ignoranza che ti deforma di rosso le labbra. Ma non hai niente da dire, ché ognuno ha la sua storia ed il suo tempo da giocarsi tra inciampo e inganno.
E’ che tutto al mondo è beffa, è che ogni cosa è un gioco ad incastro, ogni tanto ci infili un sorriso malmesso, ché quello buono te lo tieni stretto in mano.
Voci amiche in lontananza, quella tua in risposta aveva sapore di eco distorta. In un altrove che ancora ci si poteva toccare, le parole sapevano solo di silenzio. E allora continua ad andare.
Il treno è fermo, il treno è arrivato, il treno forse non è mai partito.







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