Spider-Boy

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martedì 1 ottobre 2013

A.R.


Elemosina2
Ilaria Guccione, Tra le due mendicanti il santo gode (Palermo, 2013)

A me. La storia di una delle mie follie. Da molto tempo mi vantavo di possedere tutti i paesaggi possibili, e giudicavo derisorie tutte le celebrità della pittura e della poesia moderna.
Amavo le pitture idiote, le sovrapporte, gli scenari, i teloni dei saltimbanchi, le insegne, le stampe popolari; la letteratura fuori moda, il latino di chiesa, i libri erotici senza ortografia, i romanzi delle nostre nonne, i racconti di fate, i libretti per l’infanzia, i vecchi melodrammi, i ritornelli stupidi, i ritmi ingenui.
(Arthur Rimbaud, da: Una stagione all’inferno)

E allora ti racconto una storia che racconta una storia che hai dimenticato che riprende una storia che sapevi già che ricorda una storia che pensavi di avere scordato. E sillabe stonate a colpirci come sassi e gira e rigira come puoi ma è la solita follia che ci prende a schiaffi. E beviamoci incontro e scriviamoci su, ognuno come e finché può.
E’ la solita storia ingarbugliata tra l’andata, che non ti fa mai mistero nell'approdo, ed il ritorno che te lo pagherai con la finta calma di un tempo che sa come ignorarti. Ma sai già che te ne andrai dappertutto per arrivare chissà dove forse mai, con quel tuo passo zoppo e l’occhio a sussurrarti sempre meraviglia.
Marsiglia la toccammo davvero quando incontrammo quel suo vecchio mare. Ci sembrò tutto possibile mentre gli giravamo intorno, le labbra in confusione allegra di pastis e calvados ma non ci sapevamo ancora il ritorno e quei suoi dispettosi incagli sulla terraferma.




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