Spider-Boy

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sabato 20 aprile 2013

Tra il dire e il dare



Ilaria Guccione, Allegoria della Fortuna in cattedrale (Palermo, 2013)

Era per dare e non per dire. Ci siamo giocati un malinteso per una cazzo di vocale. Mi hai colpito d'insulto e di silenzio proprio su quello zigomo che mi fa male. E allora rubo due lettere e decido di andare. Poi le butto via, recupero una sillaba e mi fermo a guardare. 
Intorno trovo solo gente in costume, c'è quello da suora che studia, che lo indossa una ragazzina seduta e carte ed evidenziatore giallo tra le mani. E poi quello da vacanza nella città di sole e mare e venditori di ombrellini bianchi tutt'intorno. Giro intorno al carro della santa patrona e un incipit mi bussa nella testa.
Rosalia. Rosa e lia. Rosa che ha inebriato, rosa che ha confuso, rosa che ha sventato, rosa che ha ròso, il mio cervello s'è mangiato. Rosa che non è rosa, rosa che è datura, gelsomino, bàlico e viola; rosa che è pomelia, magnolia, zàgara e cardenia.* Rosa che mi hai punto e avvelenato il cuore. Lia che ti sei avvinta, ciatu di lu me cori che tento di respirarti e ogni volta mi trafiggi il cuore.
Rosalia che chissà dov'è finita, è carro posteggiato senza più statua ma tranquilli che a luglio ritorna, le scolpiranno un'altra faccia, l'agghinderanno nuovamente di rose e allora vai col solito viva Palermo e santa Rosalia, che almeno dalla peste ci salviamo sempre.
E mi fermo davanti a quella ruota enorme. Ruota che sa di Fortuna. Fortuna che la disegni donna e donna cieca perché tutti ama e tutti odia senza fare differenza. Poi penso anche alla Mala Fortuna, che la devi fare donna su una nave che non ha timone e albero e vela rotti dal vento e allora forse la santa ha capito tutto in tempo ed è scappata via e tanti saluti e baci e ci rivediamo il 14 luglio per il consueto vaccino e per il resto salvatevi come potete.** E gira e rigira questa benedetta ruota e capita che anche la Fortuna sia sfortunata, come quella povera allegoria in un affresco del 1751 che, pur di fotografarlo, trovo la scala della lunghezza giusta ed eccomi su un soppalco ed eccomi distesa per terra tra i pezzi di affresco crollati e salva il salvabile, che allora ci credevo sul serio e a ripensarci oggi qualcosa ho salvato, almeno per la memoria. Era l'estate del '95, due tre vite fa. E quante scale da allora ho salito e sceso per troppo amore, che il conto dei gradini l'ho perso. Lalalalalalala.


* Vincenzo Consolo, Retablo, 1992.
** La ruota è uno degli attributi iconografici dell'allegoria della Fortuna. Se ti interessa, sfoglia un po' l'Iconologia di Cesare Ripa. E comunque te ne riparlo meglio un'altra volta. Intanto guarda questo manifesto di Marcello Dudovich per la Pirelli: http://media3.justluxe.com/articles/galleries/47410.jpg




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