Spider-Boy

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martedì 2 aprile 2013

Un sogno interurbano

Ilaria Guccione, La befana alla Martorana (Palermo, 2013)

Mi addormento davanti a un vecchio Maigret, uno di quelli con Gino Cervi che se ne abusi ti viene una fame micidiale e non ti dico la sete, da massacrarti il fegato e mi torna pure in mente la pipa di mio nonno che stava su un mobile del corridoio e ogni tanto ci giocavo a fumarla e mi parte un sogno in bianco e nero.
E' un sogno interurbano ma finisco i gettoni e mi si interrompe all'improvviso. E no, così non vale, non posso rimanere senza finale e poi sembrava che mancasse proprio poco al colpo di scena decisivo, quello che poi ti garantisce almeno un'altra ora di sonno e sognarono tutti felici e contenti. Controllo che il gatto sia sempre accanto a me, mi giro e rigiro e mi capovolgo e finalmente mi riaddormento e il sogno si fa a colori. Pronto, pronto? Insomma, mi senti? C'è nessuno? E certo che trovarsi senza un soldo anche in sogno è proprio da sfigati. Mi metto in cammino e mi ritrovo alle scuderie al Quirinale, che quelle pareti le riconoscerei pure ad occhi chiusi ed entraci ed escici e sali e scendi a far visite guidate, una volta erano pittori impressionisti e un'altra rinascimentali. E dovevi fare il giro delle sale come dicevano loro e dovevi contare i minuti che ci stavi e ti toccava arrivare da Talenti per dieci euro e allora sai che ti dico, ti saluto. Nel mio sogno ci sta una mostra con dei quadri piccoli ma così piccoli che non vedo un cazzo. Però quelle due vecchie conoscenze che mi mandano in bestia le vedo bene e guarda come vanno d'accordo, che neanche si conoscono ma tra stronze sai com'è. Gli altri stanno lì a chiedermi di raccontare, di parlare, di descrivere e io ad urlare che basta, vissi d'arte ma mai ci campai ed ecco che parte la musica, che noi donne semo nate condannate, campamo innammorate, morimo appassionate, l'anima mia va indove tu la chiami. Ma nun me chiama' dar Tevere che da Castel Sant'Angelo no che nun me butto, risparmia pure i tuoi gettoni.


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