Spider-Boy

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mercoledì 5 giugno 2013

Piovve tutta la tristezza del mondo

Ilaria Guccione, Piove e non piove (Palermo,  2013)

Arrivò infine il momento del commiato. 
Il cielo offrì per ultimo regalo un temporale. Piovve su di loro tutta la tristezza del mondo.
-Ti sbagli, era una perfetta giornata di sole e di festa. Si salutarono con pioggia di sorrisi e di abbracci sudati e smisurati.
-Ma stai zitto tu, sono io che sto raccontando e la storia la so a memoria.
Stammi bene. Disse lei. 
Non mancherò. Nei giorni in cui mi tutto mi andrà storto la penserò con pena e con rimpianto. 
Siamo già al lei? Gli chiese cercandosi sulle labbra la sua solita ironia e trovandosi addosso troppi strali di malinconia. 
Bisogna pure che noi si ritrovi il senso della distanza, è un punto di partenza come un altro per dirsi addio girando intorno a quest'antipatica parola, rispose lui.
- E invece non riuscirono a staccarsi, raggiunsero quella grande piazza che non mi ricordo come si chiami e rimasero lì fino al tramonto, in mezzo a tutto quel viavai.
- Non raccontare cazzate che tu non ne sai niente e sto parlando io.
Allora mi stia bene e si eviti la pena. La grazio senza un grazie e vado a cena. E si voltò perché lui se la ricordasse di schiena.
Ma come, te ne stai già andando? Le chiese stupito. E' stato tutto molto bello e allora forse qualche altro minuto.
Ma non ci pensi, su, rispose lei con l'ultimo sorriso già lontano. Trasformeremo il passato prossimo in remoto: è solo una banale questione di tempo, sgretoleremo con successo la sintassi di ogni sentimento.
- Hai raccontato una storia troppo triste, non mi piace.
- E' l'unica storia che conosco.


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