Spider-Boy

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sabato 1 giugno 2013

Delle galere solo macerie

Ilaria Guccione, Delle galere solo macerie (Palermo, 2013)

E ora sono qui, in questa cella, nel reparto degli assassini, nella prigione di Folssom! E aspetto il giorno e l'ora in cui i servitori della giustizia mi caleranno nel buio, in quel buio di cui essi hanno tanta paura; in quella notte che li spinge, sgomenti, verso gli altari dei loro Dei dal volto umano, costruiti dal loro terrore e dalla loro viltà! *

Non c'era via d'uscita se non ficcare la testa tra gli spiragli del ricordo e anche quelli a volte erano troppo stretti perché ci potesse passare aria buona per continuare a campare. E il tempo, scorreva così lento il tempo che pareva avessero ingabbiato anche lui, condannandolo a suon di botte a trattenere le lancette. E allora non rimaneva che sognare e traslocare in sogno in un altrove possibile, il più possibile lontano da chi, arrampicato com'è sulla sua alta scala di giustizia, si sente sempre in pieno diritto di poterti mollare da lì un calcio in faccia tutte le volte che vuole.

Ogni santa mattina la vecchia inchiodava il suo corpo ingombrante su una sedia sgangherata, incatenando le sue ore alla condanna dell'attesa davanti la porta di casa. Che prima o poi suo figlio sarebbe ritornato o magari qualcuno avrebbe finalmente fatto saltare per aria quelle catacombe di cemento traboccanti di vivi. Ma a furia di segnarsi sui calendari il suo dolore, fu solo a lei che scoppiò il cuore.


* Da: Il Vagabondo delle stelle, Jack London. (E grazie a Franco!)


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