Spider-Boy

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lunedì 18 novembre 2013

Infiniti sono i gesti dell’attesa


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Ilaria Guccione, I gesti dell'attesa (Palermo, novembre 2013)

Infiniti sono i gesti dell’attesa e facce sospese  e smorfie esplose ed il giocarsi d’inganno che quasi sempre ti ci perdi e poi ti tocca pagar pegno.
Io che ci giro intorno, tu che rimani fermo. Tu che ti giochi in fiato un motivetto che te lo ricordi a stento, io che batto il marciapiede di fronte e sul tempo ritardato un po’ dissento.
Chi si proietta sulle vetrine in sconto e chi si catapulta sull’universo altro che gli offre l’ultimo modello di cellulare per guadagnarsi un mondo.
Io che mi fisso l’ombra, tu che ti cerchi il sole. Tu che controlli l’ora con indifferenza, io che mi sfoco il passo con insofferenza.
Chi galleggia nel decimo caffè e chi affonda nel primo aperitivo.
Io che conto traballando fino a cento senza saper contare, tu che conti poco e sai come rimanere fiducioso ad aspettare.
Chi si lascia intrattenere dal primo concertino che si fa e chi si lascia scivolare nel primo letto buono che si va.
Tu che ti conti i giorni in base agli anni e ti va bene lo scontato, io che mi conto il senso di giorno in giorno e mi sorprende sempre un dolore inaspettato.
No, non parlatemi. Bisognerebbe ritrovare le giuste solitudini, stare in silenzio ad ascoltare.


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