Spider-Boy

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mercoledì 13 novembre 2013

Nessun rimpianto però alle volte il pianto

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Ilaria Guccione, Donne che vanno, donne che restano (Palermo, novembre 2013)

Andavo. A una velocità che il fiato te lo taglia. Andavo che era tardi, correvo a colpi di orologio ma non avrei voluto raggiungere la soglia che mi aspettava impietosa ma cortese. Sai com’è, a volte la paura. Sai com’è, a volte le cose della vita che non capisci perché proprio a te ma non puoi farci niente.
Mi raggiunse all’improvviso come un’immagine improbabile, come un ricordo falsato eppure così reale da poterlo toccare, come una scena da film eppure. Vedevo anche me come non avrei dovuto ma non avevo tempo per pensare o per rimproverare la memoria, se non quello solito della mia strada, che ovunque sia prima o poi devo arrivare.
Saremo reali almeno in una foto di qualcuno che come me spende tempo ed occhi a fermar tempo e raccontare storie.
Passai da una piazza del sentimento ormai passata a quella del presente, ché il volersi tanto bene non serve proprio a niente. Regalai un sorriso alla distanza ormai breve e a quella infinita del ricordo, ingoiai quel po’ di lacrime che si confuse con la pioggia lieve, mi dissi qualcosa per consolarmi, che nella fretta dell’andare non ebbi il tempo di capire. O forse è solo che stasera non te lo voglio proprio dire.


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