Spider-Boy

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sabato 5 gennaio 2013

Pacienza / Pane, e tempo

Ilaria Guccione, U signuruzzu t'u paga (Palermo, 2012)


Era andato per chiedere una grazia e si ritrovò condannato. A ritornare ogni giorno sperando di essere ascoltato. Pazienza e pane e tempo graffiate in una cella non sanno l’allegria se non sei libero di bagnarti andando via. 
Ci cambiano le sbarre di ora in ora, rimane la prigione. E allora: tenere in ordine l'alfabeto, prestare attenzione ai semafori, rispettare le coordinate spazio tempo. Sedersi compostamente, respirare senza affanno. Bere lentamente anche se si ha sete. Spostare in silenzio la sedia. Ritirare una mano. Sempre composti, tutti bendisposti. Ricordarsi quale lettera viene prima e quale segue. Spegnere la luce nella stanza vuota. Occupare educatamente spazio misurando ossessivamente il tempo. Non sbattere la porta. Spolverare. Spolverare l’intero alfabeto. Alzare sempre la mano destra prima di parlare. Separare. Chiudere la porta per nascondere il vuoto. Non confondere le sillabe. Ordinarle per importanza e per cassetto. Riporre con cura l’intero alfabeto. Non sputare. Mantenere le dovute distanze. Su nessun patto sputare. Sorridere agli estranei soltanto in pubblico e fino ad ora di pranzo. Vomitare silenziosamente soltanto quando si rimane soli. In quella stanza buia. Riaprire la porta allora. Riaccendere la luce. Vomitare. Poi richiudere. Ricominciare rispettando rigorosamente ogni regola per mantenere l’ordine.
(Fallo tu, io difendo il mio disordine.)



             

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