Te la ricordi la storia?

Ilaria Guccione, Il bell'addormentato (Palermo, 2013)

 
Te la ricordi la storia? Ma sì, quella storia lì, quella che tutti ne escono sempre felici e contenti. A patto di conoscere la parola d'ordine e di avere in tasca una tessera di riconoscimento valida. Quella che ci si conta tutti quanti e se il gruppo è consistente ti regalano pure qualcosa. Cosa? Ma qualcosa per tornare e ricominciare daccapo. Ma sì, è sempre la stessa storia, insomma quella storiella lì che tutti sono buoni se stanno dentro al cerchio e gli altri son cattivi perché non gliene frega niente di formule e geometria. Quella che si sta tutti in ordine, sedia per sedia anche se a te pare che si stia liberamente a suonare e ballare e invece ti danno sempre lo stesso posto a sedere e neanche un minuto per pensare.
Te la ricordi la storia? Ma sì, questa storia qui, questa che tutti rimangono dentro e, anche se non sei felice e neanche convinto, tu neanche ti lamenti. Che pensi che ci voglia il permesso per uscire e ti par male chiederlo perché saresti il solo. Questa che non ci si deve cambiare una virgola, questa che si cade sempre in piedi solo fino a quando non si cade davvero. Questa che sono tutti in regola e ci si giustifica un paio di eccezioni in tutta la vita. Questa storiella che non ci si può neanche rotolare su un prato se non ti danno prima il segnale. Perché non sta bene, perché porta male. (E sì, che porta pena.)