Spider-Boy

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domenica 17 marzo 2013

A forza di essere vento

Ilaria Guccione, Pausa (Palermo, 2013)

Ieri soffiava un vento conosciuto. Un vento che avevo già incontrato.
Era una primavera precoce. Camminavo nel vento a passi decisi, rapidi, come tutte le mattine. Eppure avevo voglia di ritrovare il mio letto e distendermi, immobile, senza pensieri, senza desideri, e di restare sdraiato fino al momento in cui avrei sentito avvicinarsi quella cosa che non è voce né gusto né odore, solo un ricordo vaghissimo, venuto da oltre i limiti della memoria. *

Oggi che di vento non ce n'è io ho il cuore che me lo costringo ad andare lento perchè lo so che prima o poi ritornerà violento e ho da risparmiarmi il fiato per riuscire a parlare. Ché ho da ritrovarmi parole che tu possa riconoscere ad ogni passaggio di senso e di vento. E non so dove prenderle, se guardarmi indietro e risentirci le voci che sai, se ho da capovolgere tutto e ricominciare a cercarmi le frasi. Se ho da chiedere sillabe in elemosina a chi mi passa accanto per poi ricostruirci parole da poterti regalare. Ma che ho da farci poi di tutto questo trattenere parole e respiro che tu me lo butterai dove ti fa più comodo e neanche me lo dirai e a voler ritrovarmi i pezzi dovrò far da me e perdermi di tempo. Che basta un soffio di vento che ti convenga di più e in malora ogni lasciapassare e si è bravi a negare  tutto e il mio nome è finito e il mio amore è in disuso ed ogni richiesta risuona d'abuso.
Preferisco andare col silenzio che stanca le spalle e tenermi le parole che so, continuando a camminare fino a quando e dove non so.


* (E' l'incipit di:  Ieri, Agota Kristof, 1995)



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