Spider-Boy

Spider-Boy

domenica 3 marzo 2013

La giusta attesa

Ilaria Guccione, La messa è finita (Palermo, 2013)

L'attesa, quella giusta, quella che non ti aspetti niente e nessuno. Quella che niente ti trattiene e niente ti spinge e non ti stringe nessun cappio che ti sei messo da solo intorno al collo, come essere un arco pronto al tiro. Quella che la impari col tempo, quella che a volte te la ricordi a stento.
Leggevo che era sera, che ero seduta su una panchina a Trastevere, che forse si era in febbraio ma mi potrei sbagliare, con tutto il tempo che è passato. Leggevo della giusta attesa* mentre stavo aspettando che qualcuno arrivasse. Che poi se ne sarebbe andato e io sarei rimasta. Probabilmente l'indomani mi sarei spinta fino a un treno a mettercelo su e via, che è roba che ho fatto un'infinità di volte, i miei treni invece li ho presi quasi sempre da sola. E ciao e stammi bene e chissà quando ci rivedremo ma di sicuro sarà presto ma dai che lo sappiamo benissimo che non è vero niente però si dice così e magari ci si finisce pure col crederci mentre il treno si allontana. Fino alla prossima battuta dello stesso copione che in fondo lo sai che non ti riserva nessun colpo di scena ma ogni tanto ci speri lo stesso e ricaschi nell'attesa.
Un paio di giorni fa mi sono seduta su un gradino, davanti a me il traffico di via Maqueda e l'ingresso di san Giuseppe dei Teatini, sono rimasta lì fino a quando non hanno chiuso la chiesa. Che fai qui ferma? Guardo gli altri passare. Aspetti qualcuno? Guardo semplicemente chi mi passa accanto, a volte fermo qualcuno ma neanche se ne accorge e proprio questo è il bello. Sono gli altri che aspettano me, anche se non lo sanno.



* "Che debbo dunque fare?" chiesi pensieroso.
"Imparare la giusta attesa".
"E come si impara?"
"Staccandosi da se stesso, lasciandosi dietro tanto decisamente se stesso e tutto ciò che è suo, che di lei non rimanga altro che una tensione senza l'intenzione".
"Devo dunque spogliarmi intenzionalmente di ogni intenzione" mi scappò detto.
"Questo non me l'ha chiesto ancora nessun allievo e perciò non so la risposta giusta."
(Da: Lo zen e il tiro con l'arco, Eugen Herrigel)


Nessun commento:

Posta un commento