Spider-Boy

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lunedì 11 marzo 2013

Mi prego da sola

Ilaria Guccione, Ingannare l'attesa col rosario tra le dita  (Palermo, 2013)

Sulla via del ritorno di un mattino storto ho incontrato due paia di scarpe sospese e mi son detta: sono io. Io che torno dalla mia mattina storta. Sono io com'ero ieri e come sarò domani e chissà poi per quanto. Io da quando mi sveglio alle quattro del mattino a quando riprovo a cercarmi il sonno. Io che vado, non importa dove ma solo quel che vedo. Io che ho gli occhi stanchi anche per il pianto. E dai che non importa, che tanto neanche mi capisci più, per te sto troppo in alto e tu hai gli occhi buoni solo per la merda dei tuoi marciapiedi che ti fa comodo dire che sia altro. Tienili bassi gli occhi tuoi e lasciati pure passare con le contraddizioni che porti sulla fronte. E pregati pure qualcuno per garantirti buona sorte, magari il buon vecchio dio oppure qualche sostituto che ormai ne siamo pieni. E scegliti pure il rosario che trovi più alla moda, quello più elegante, quello più comodo da metterti in tasca o al collo, dal Cristo crocifisso all'Osho stoccafisso, che per rispetto dell'anzianità sarei quasi tentata di suggerirti il primo. Io mi prego da sola sotto qualunque cielo, per continuare ad andare sul suolo che mi capita. Io ho da sgranarmi i giorni con la fatica che si fa e nessun miracolo da aspettarmi tra un balcone e l'altro.


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